mercoledì 17 ottobre 2012

Psicologo, psicoterapeuta, psichiatra...che differenza c'è?

La domanda più assillante della mia vita. Ok! Adesso ve lo spiego brevemente e facciamo un po' di chiarezza...

Lo psicologo è il laureato in psicologia che ha sostenuto e superato l'Esame di Stato che permette l'iscrizione all'Ordine degli psicologi.  Gli psicologi non sono tutti uguali, in quanto esistono all'interno delle università indirizzi formativi diversi (per es: psicologia clinica e di comunità, psicologia del lavoro e delle organizzazioni, psicologia dello sviluppo e dell'educazione, psicologia generale e sperimentale, neuropsicologia), i quali forniscono competenze diverse.
Egli fornisce ai suoi utenti un aiuto NON farmacologico, basato su colloqui di sostegno, strumenti diagnostici, consulenze, tecniche di rilassamento, ricerca, formazione, selezione del personale ecc... Sono molte le cose che egli può fare, purché non si configurino come terapia.

Lo psicoterapeuta può seguire un percorso duplice: può partire dalla laurea in psicologia o da quella in medicina, conseguita la quale va intrapreso un corso di specializzazione riconosciuto dallo Stato Italiano della durata di almeno 4 anni (e che costano una barca di soldi).  Dunque lo psicoterapeuta può essere sia medico che psicologo; nel caso che sia psicologo può esercitare tutte le attività dello psicologo e in più la psicoterapia, ma non la prescrizione dei farmaci (nemmeno la valeriana!) nel caso che sia medico può esercitare le attività del medico (fra cui la prescrizione di farmaci) e quelle dello psicoterapeuta. L'attività dello psicoterapeuta va quindi più in profondità rispetto a quella dello psicologo, e permette di agire direttamente sui disagi della persona attraverso l'utilizzo di tecniche che variano a seconda della teoria di riferimento del professionista stesso.

Lo psichiatra: è un laureato in medicina che ha intrapreso successivamente la specializzazione in psichiatria. Lo psichiatra non è psicologo,  egli può tuttavia esercitare la psicoterapia. La differenza sostanziale tra psicologo/psicoterapeuta e psichiatra risiede nel modo di vedere la persona e nell'approccio utilizzato; mentre i primi due guardano la persona nel suo insieme, evitando di concentrarsi solo sul disturbo, lo psichiatra utilizza un metodo che può essere definito di diagnosi/cura. In sostanza egli focalizza la sua attenzione sul problema cercando di risolvere solo quello, esattamente come fa il medico.
Egli cura i disturbi psichici e le malattie mentali attraverso l'utilizzo dei metodi propri della psichiatria, che comprendono spesso l'utilizzo di farmaci.
Va meglio ora? 


giovedì 30 agosto 2012

Dieci buoni motivi per non sposare uno psicologo...


Sa sempre quando menti.
Trae conclusioni a sfondo sessuale leggendo la lista della spesa.
Analizza ogni tua singola parola in chiave di traumi pre-edipici.
Non potrai mai andare al cinema con lui: farà la diagnosi di ogni personaggio che appare.
Non puoi rifiutare di fare l'amore perché non ti va, ti attaccherà un pippone speculativo di un'ora sulla tua infanzia. Ah, neanche "il mal di testa" funziona, sarebbe automaticamente psicosomatico.
Userebbe la prole come cavia per le sue teorie.
Userà TE come cavia per le sue teorie.
Non usare espressioni come "ho rimosso" o "inconsciamente" se non vuoi che s'incazzi perché le usi in modo improprio .
Non ti dirà mai "ho voglia di coccole", ma "ho bisogno di reverie materno, di uno stato fusionale, di identificazione primaria" e altro e non ti dirà mai "ti amo", ma "ho investito libidicamente su di te".
Non puoi lasciarlo perché "tu non capisci i miei sentimenti" ...non avrebbe alcun senso.

mercoledì 11 luglio 2012

In che emisfero sei?


“Sono l'emisfero sinistro. Sono scientifico. Un matematico. Amo la consuetudine. Categorizzo. Sono accurato. Lineare. Analitico. Strategico. Sono pratico. Ho sempre il controllo. Sono il padrone di parola e linguaggio. Realistico. Calcolo equazioni, coi numeri gioco. Sono ordine. Sono logica. So esattamente chi sono”

“Sono l'emisfero destro. Sono la creatività. Uno spirito libero. Sono passione. Desiderio. Sensualità. Sono il suono ruggente di chi ride. Sono il gusto. La sensazione della sabbia sotto il piede nudo. Sono movimento. Colori brillanti. Sono la pulsione a dipingere sulla nuda tela. Sono immaginazione senza limiti. Arte. Poesia. Intuisco. Sento. Sono tutto ciò che volevo essere”.

sabato 9 giugno 2012

La psicologia vista attraverso gli occhi dei Peanuts... perché affrontare con ironia le proprie debolezze è il primo, indispensabile, passo per combatterle e sconfiggerle.


Schulz ha creato una striscia che racchiude in sé un autentico tesoro di riflessione, di filosofia e psicologia. Se è vero che un disegno vale quanto mille parole, allora Schulz ha scritto più di molti degli autori più prolifici del mondo intero messi insieme. I personaggi di Charls Schulz divertono, ma non solo: essi mettono in scena importanti dinamiche psicologiche in maniera semplice e immediata.
Abraham J. Twerski ha scritto "Su con la vita Charlie Brown" in cui si spiega come attraverso delle vignette vengano semplificati punti essenziali del vissuto personale. I Peanuts diventano così una piccola guida per imparare a riflettere serenamente su noi stessi e a sorridere dei nostri difetti attraverso vari temi:

Valutare se stessi, affrontare la realtà, l'autostima, l'amore e l'amicizia, le emozioni, l'ansia, il senso di colpa, la depressione, il senso di responsabilità, confrontarsi con gli altri, agire in maniera costruttiva, i valori, affrontare gli altri.






lunedì 19 marzo 2012

Quanti anni hai? Dipende...

Ho 5 anni quando ricevo una bella notizia e inizio a saltellare in giro. Ho 10 anni quando, spensierata, preparo la valigia perché una vacanza mi aspetta. Ho 16 anni quando guardo il cellulare nella speranza di trovare una chiamata attesa e quando faccio qualcosa di nascosto. Ho 20 anni quando non capisco se sono troppo grande o troppo piccola e mi sento persa. Ho 30 anni quando provo a reggere una qualsiasi conversazione, espongo il mio punto di vista, mi confronto. Ho 40 anni quando sono convinta di poter fare tutto da sola. Ho 50 anni quando non mi lamento ed accetto passivamente tutto. Ho 60 anni quando comincio ad avere qualche rimpianto. Ho 70 anni quando mi sento sola e voglio qualcuno vicino a me. Ho 80 anni quando qualcuno mi racconta qualche episodio e io non me lo ricordo. Ho 90 anni quando ripeto sempre le stesse cose. Ho 100 anni quando raggiungo un traguardo che credevo impossibile. Sono morta quando qualcuno o qualcosa esce per sempre dalla mia vita.

domenica 11 marzo 2012

Quando ci possiamo rivedere?

"Poi chiedo: « Quando ci possiamo rivedere? »
Resta immobile a fissare l’asfalto prima di alzare lo sguardo verso di me. 
Le sue pupille stanno danzando una danza irrequieta, mi sembra che le tremino le labbra. Poi mi pone un quesito sul quale sarei tornato a rimuginare molto in seguito. 
Mi dice: « Quanto puoi aspettare? »
Cosa avrei dovuto rispondere a quella domanda, Georg? Forse era un trabocc...hetto.
Se avessi risposto « due o tre giorni », mi sarei dimostrato troppo impaziente.
E se avessi risposto « tutta la vita », avrebbe solamente creduto o che non mi piacesse sul serio, o più semplicemente che io non fossi serio.
Dunque dovevo trovare una via di mezzo.
Dissi: « Posso aspettare fino a quando il cuore non sanguinerà per il dolore»
Sorrise incerta. Passò un dito sulle mie labbra.
Poi disse: « E quanto tempo è? »
Scossi la testa sconsolato e scelsi di dire esattamente come stavano le cose.
« Forse solo cinque minuti », risposi."

Jostein Gaarder

domenica 26 febbraio 2012

Generazione di psicologi!

Gli psicologi del nuovo millennio... chi sono? Cosa fanno? In Italia ci sono 70.000 psicologi, in Europa sono 210.000, non occorre essere geni nei calcoli per sapere che un terzo degli psicologi è in Italia! E mentre le nuove generazioni di psicologi sono nella peggiore situazione possibile per poter operare come meriterebbero, paradossalmente l'esigenza di psicologia aumenta a dismisura nella nostra società senza che questo diventi un' ovvia e cosciente domanda.
Intanto si continuano a sfornare professionisti con il lettino nella testa e il poster di Freud, con l'illusione di un lavoro privato che vengono spodestate da figure improvvisate, quali counselor, life coach ecc ecc...(perché infondo siamo tutti un po' psicologi ...non ce lo sentiamo dire in continuazione?) e forse sì, è un po' colpa nostra...catapultati fuori da università che non ci preparano al mercato del lavoro e ci lasciano in balia di una confusione di identità: cosa possiamo fare? Dove possiamo operare? Come promuoverci?
Ovviamente ci sono colleghi che ce la fanno, caspita altrimenti saremmo l'emblema del pessimismo cosmico leopardiano, ma si ritrovano ad esercitare spesso in solitudine in ruoli inadeguati e mal pagati, ci si ritrova senza accorgersene a ricoprire il ruolo dell'educatore, mentre l'educatore svolge colloqui e supporto di gruppo e individuali (???).
La figura dello psicologo va rivalutata, non è un dispensatore di buoni consigli o un fenomeno dei salotti mediatici che dispendia "pillole di saggezza" per non ritrovarci ancora una volta a pensare "sognavo di essere Freud....mi sono svegliata Willy il Coyote"